7 DICEMBRE
- VEGLIA della Solennità
dell'Immacolata Concezione
Inno su
Maria, n° 7
Maria immacolata, piena di una
grazia particolare in vista dei meriti di tuo figlio
di
Sant’Efrem Siro nel quarto secolo
Voi tutti che
siete capaci di discernimento, venite e ammiriamo
la Vergine
madre, figlia di Davide...
Venite e
ammiriamo la Vergine purissima,
meraviglia,
unica fra le creature.
Ha dato la
vita senza conoscere uomo,
con l’anima
purissima colma di stupore.
Ogni giorno il
suo spirito si dedicava alla lode,
poiché si
rallegrava della doppia meraviglia:
virginità
custodita, figlio dilettissimo!
Lei, perfetta
colomba (Ct 6,8), ha portato in sè quell’aquila,
il Vegliardo
dei tempi (Dn 7,9), cantando le sue lodi:
“Figlio mio,
tu il più ricco, hai scelto di crescere
in un nido
povero. Arpa melodiosa,
rimani nel
silenzio come un bambino.
Lasciami, per
favore, cantare per te:...
La tua dimora,
figlio mio, è la più vasta di tutte,
eppure hai
voluto che io sia la tua dimora.
Il cielo è
troppo piccolo per contenere la tua gloria,
eppure io, la
più umile degli esseri, ti porto.
Lascia che
Ezechiele venga a vederti sulle mie ginocchia,
ch’egli
riconosca in te colui che, sul carro,
portava i
cherubini (Ez 1)...; oggi, io ti porto...
Con gran
tremore, i cherubini gridano:
“Benedetto lo
splendore dove risiedi!” (Ez 3,12).
Questo luogo,
è in me, il mio seno è la tua dimora;
Tengo il trono
della tua maestà nelle mie braccia...
Vieni a
vedermi, Isaia, vedi e rallegriamoci!
Ecco che ho
concepito pur rimanendo vergine (Is 7,14).
Profeta dello
Spirito, ricco delle tue visioni
Su, vedi l’Emmanuele
che a te è rimasto nascosto...
Su, venite,
voi tutti che sapete discernere, voi che, con la vostra voce,
rendete testimonianza allo Spirito...
Svegliatevi,
rallegratevi, ecco la messe!
Guardate :
nelle mie braccia, porto la spiga della vita.”
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8 DICEMBRE -
Solennità dell'Immacolata Concezione - Lodi
§ 490-493
« Ti saluto, o piena di grazia »
Catechismo
della Chiesa cattolica
Per essere la Madre del Salvatore, Maria « da Dio è stata arricchita
di doni degni di una così grande missione » (LG 56). L'angelo
Gabriele, al momento dell'annunciazione, la saluta come « piena di
grazia ». In realtà, per poter dare il libero assenso della sua fede
all'annunzio della sua vocazione, era necessario che fosse tutta
sorretta dalla grazia di Dio.
Nel corso dei
secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, « colmata di grazia »
da Dio, era stata redenta fin dal suo concepimento. È quanto afferma
il dogma dell'immacolata concezione, proclamato da papa Pio IX nel
1854: « La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua
concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio
onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del
genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato
originale ».
Questi « splendori di una santità del tutto singolare » di cui Maria
è « adornata fin dal primo istante della sua concezione » (LG 56) le
vengono interamente da Cristo: ella è « redenta in modo così sublime
in vista dei meriti del Figlio suo » (LG 53). Più di ogni altra
persona creata, il Padre l'ha « benedetta con ogni benedizione
spirituale, nei cieli, in Cristo ». In lui l'ha scelta « prima della
creazione del mondo, per essere santa e immacolata al suo cospetto
nella carità » (Ef 1, 3-4).
I Padri della
Tradizione orientale chiamano la Madre di Dio « la Tutta Santa » (Panaghia),
la onorano come « immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito
Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura ». Maria, per la
grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante
tutta la sua esistenza.
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8 DICEMBRE -
Solennità dell'Immacolata Concezione - VESPRI
Redemptoris
Mater, 7, 10
«Ti saluto,
o piena di grazia »
Giovanni
Paolo II
«Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha
benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo ; in
lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e
immacolati al suo cospetto nella carità, (Ef 1,3-4). La Lettera agli
Efesini parlando della «gloria della grazia» che «Dio, Padre ci ha
dato nel suo Figlio diletto», aggiunge: «In lui abbiamo la
redenzione mediante il suo sangue» (Ef 1,7). Secondo la dottrina,
formulata in solenni documenti della Chiesa, questa «gloria della
grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fatto che ella è
stata «redenta in modo più sublime» (Pio IX)
In virtù
della ricchezza della grazia del Figlio diletto, a motivo dei meriti
redentivi di colui che doveva diventare suo Figlio, Maria è stata
preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sin
dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza,
ella appartiene a Cristo, partecipa della grazia salvifica e
santificante e di quell'amore che ha il suo inizio nel «Diletto»,
nel Figlio dell'eterno Padre, che mediante l'incarnazione è divenuto
il suo proprio Figlio. Perciò, per opera dello Spirito Santo,
nell'ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura
divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa,
nell'ordine della generazione terrena, diede la vita come madre… E
poiché questa «vita nuova» Maria la riceve in una pienezza
corrispondente all'amore del Figlio verso la Madre, e dunque alla
dignità della maternità divina, l'angelo all'annunciazione la chiama
«piena di grazia».
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1 FEBBRAIO -
VEGLIA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO
1a
omelia per la Purificazione, 3-5 ; SC 166, p.313s
« Luce per
illuminare le genti »
del Beato
Guerrico d’Igny nel dodicesimo secolo
Mi
rallegro con te e ti benedico, o piena di grazia ; hai dato alla
luce la Misericordia che è venuta su di noi. Hai preparato tu questo
cero che ricevo oggi nelle mani [nella liturgia di questa festa].
Hai dato tu la cera a questa fiamma…quando, Madre senza corruzione,
hai vestito di una carne senza corruzione il Verbo incorruttibile.
Fratelli, andiamo ! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone.
Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri,
voglio dire queste lampade che il Signore vuole che teniate nelle
mani. « Guardate a lui e sarete raggianti » (Sal 33, 6). Non tanto
per portare in mano delle fiaccole, quanto per essere voi stessi
fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per
quello degli altri : … Gesù accenderà la vostra fede, farà brillare
il vostro esempio, vi suggerirà la parola giusta, infiammerà la
vostra preghiera, purificherà la vostra intenzione…
E per
te, che possiedi dentro di te tante lampade accese, quando si
spegnerà la lampada di questa vita, sorgerà la luce di quella vita
che non si può spegnere. Sarà per te, di sera, come il sorgere della
luce di mezzogiorno. Nel momento in cui pensavi di spegnerti,
sorgerai come la stella del mattino (Gb 11, 17) e le tue tenebre
saranno come il sole meridiano (Is 38, 10). Il sole non sarà più la
tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma
il Signore sarà per te luce eterna (Is 60, 19), perché la lampada
della nuova Gerusalemme è l’Agnello (Ap 21, 23).
A lui sia benedizione e
splendore per i secoli ! Amen.
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2 FEBBRAIO -
FESTA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO - LODI
“Accogliamo
la luce viva ed eterna”
Di san
Sofronio nel VII sec.
Noi
tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il
mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in
fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno
si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore
dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta
avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che
l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della
caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità
dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come
infatti la madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la
vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così
anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la
luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui
che è la vera luce.
La
luce venne nel mondo e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo
illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto e rifulse a quanti
giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare
stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo
che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di
cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco
il significato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni
uomo che viene in questo mondo è venuta. Tutti dunque, fratelli,
siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo
splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio.
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2 FEBBRAIO -
FESTA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO - VESPRI
« Subito
entrerà nel suo tempio, il Signore che voi cercate » (Ml 3,1)
San Bernardo
nel dodicesimo secolo
Oggi la Vergine Madre introduce il Signore del tempio nel tempio del
Signore; anche Giuseppe vi porta al Signore quel figlio che non è
suo, bensì il Figlio prediletto nel quale Dio si è compiaciuto (Mt
3,17). Simeone, il giusto, lo riconosce come colui del quale era in
attesa; Anna, la vedova, lo loda. Una prima processione viene
celebrata in questo giorno da questi quattro personaggi, una
processione che, in seguito, sarebbe stata celebrata nella gioia
dall’universo intero... Non siate stupiti che questa processione sia
così piccola, poiché è anche piccolo colui che viene ricevuto nel
tempio. Ma in questo luogo, non ci sono peccatori: tutti sono
giusti, tutti sono santi, tutti sono perfetti.
Salverai forse solo questi, Signore? Il tuo corpo crescerà e anche
la tua tenerezza crescerà... Vedo ora una seconda processione in cui
le folle precedono il Signore, in cui le folle lo seguono; non lo
porta più la Vergine, bensì un piccolo d’asino. Non disdegna dunque
nessuno.., se almeno non sono privi dei mantelli che indossavano gli
apostoli (Mt 21,7): la loro dottrina, i loro costumi, e la carità
che copre una moltitudine di peccati (1 Pt 4,8). Ma proseguirò col
dirvi che anche a noi egli ha riservato un posto in questa
processione... Davide, re e profeta, esultò nella speranza di vedere
questo giorno: “Lo vide e se ne rallegrò” (Gv 8,56). Altrimenti
avrebbe forse cantato: “Riceviamo, Dio, la tua misericordia dentro
il tuo tempio” (Sal 47,10)? Davide ha ricevuto questa misericordia
del Signore, Simeone l’ha ricevuta, e anche noi l’abbiamo ricevuta,
come tutti coloro che sono destinati alla vita, poiché “Gesù Cristo
è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8)...
Abbracciamo dunque questa misericordia che abbiamo ricevuta dentro
il tempio e, come la beata Anna, non ce ne allontaniamo. Poiché
“Santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1 Cor 3,17). È vicino a
voi questa misericordia; “vicino a te è la parola, sulla tua bocca e
nel tuo cuore” (Rm 10,8). Di fatto, non abita forse Cristo nei
vostri cuori per la fede (Ef 3,17)? Ecco il suo tempio, ecco il suo
trono... Sì, nel cuore riceviamo la misericordia, nel cuore abita
Cristo, nel cuore egli mormora le parole della pace al suo popolo,
ai suoi santi, a quanti rientrano nel loro cuore.
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23 GIUGNO
- VEGLIA della solennità della nascita di San Giovanni Battista
Dai
«Discorsi», (Disc. 293, 1-3; PL 38, 1327-1328)
Voce di chi
grida nel deserto
di
sant'Agostino nel quinto secolo
La Chiesa
festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare
carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo
solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di
Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna
avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta
vergine. Il padre non presta fede all'annunzio sulla nascita futura
di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da
lei e lo concepisce nella fede.
Sembra che
Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il
Nuovo. Infatti, che egli sia, in certo qual modo, un limite lo
dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti
fino a Giovanni» (Lc 16, 16).
Rappresenta dunque in sé la parte dell'Antico e l'annunzio del
Nuovo. Infatti, per quanto riguarda l'Antico, nasce da due vecchi.
Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel
grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel
seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la
nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà
precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti
divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce,
riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire
l'accaduto per spiegare l'immagine della realtà.
Zaccaria tace e
perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore,
e solo allora riacquista la parola. Che cosa significa il silenzio
di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della
predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua
venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il
dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo
stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. Se
Giovanni avesse annunziato se stesso non avrebbe aperto la bocca a
Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti, a
Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: «Chi sei tu?»
(Gv 1, 19).
E rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv
1, 23). Voce è Giovanni,
mentre del Signore si dice: «In principio era il Verbo»
(Gv 1, 1).
Giovanni è voce per un po' di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno
fin dal principio.
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24 GIUGNO
- LODI della solennità della nascita di San Giovanni Battista
Omelia II, 20
; CCL 122, 328-330
Giovanni non era
la luce, ma doveva render testimonianza alla luce
di
San Beda il Venerabile nell’ottavo secolo
Che
la nascita di Giovanni sia commemorata quando i giorni diminuiscono
e quella del Signore quando cominciano a crescere, comporta un
significato simbolico. Giovanni stesso, infatti, ha rivelato il
segreto di questa differenza. Le folle lo prendevano per il Messia
tenendo conto delle sue eminenti virtù, mentre certi consideravano
il Signore, non come il Messia, ma come un profeta, a causa della
debolezza della sua condizione corporea. E Giovanni disse : « Egli
deve crescere e io, invece, diminuire » (Gv 3, 30). Il Signore è
veramente cresciuto perché, mentre lo consideravano come un profeta,
ha fatto conoscere ai credenti del mondo intero che egli era il
Messia. Giovanni è decresciuto e diminuito perché egli che era
scambiato per il Messia è apparso non come il Messia ma come
l’annunciatore del Messia.
È dunque
normale che il chiarore del giorno cominci a diminuire dalla nascita
di Giovanni poiché la reputazione della sua divinità stava per
svanire e il suo battesimo per scomparire presto. È pure normale che
il chiarore dei giorni più corti ricominci a crescere fin dalla
nascita del Signore : in verità, egli è venuto sulla terra per
rivelare a tutti i pagani la luce della sua conoscenza, di cui prima
i giudei soli ne possedevano una parte, e per diffondere nel mondo
intero il fuoco del suo amore.
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24 GIUGNO
- VESPRI della solennità della nascita di San Giovanni Battista
Discorso 1 per Giovanni Battista
Tu,
bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo
di
Beato Guerrico d’Igny nel dodicesimo secolo
A
ragione la nascita di questo bambino fu un motivo di gioia per
molti : e lo è anche oggi. Donato ai suoi genitori nella loro
vecchiaia, veniva per predicare ad un mondo che stava invecchiando,
la grazia di una nuova nascita. È bello che la Chiesa festeggi
solennemente questa natività, frutto meraviglioso della grazia, di
cui la natura rimane ammirata.
Per quanto mi
riguarda, la nascita di questa lampada destinata a rischiarare il
mondo (Gv 3, 35),
mi colma di una gioia nuova ; grazie ad essa infatti ho riconosciuto
la luce vera che splende nelle tenebre e non è stata accolta dalle
tenebre (Gv 1, 5.9).
Sì, mi colma di una gioia indicibile la nascita di questo bambino,
che è per il mondo fonte di grandissimi beni. Lui, per primo,
istruisce la Chiesa, inizia a formarla per mezzo della penitenza, la
prepara mediante il battesimo, e quando l’ha così preparata, la
rimette a Cristo e la unisce a lui
(Gv 3, 29).
Le insegna a vivere nella sobrietà, e con l’esempio della sua morte,
le dà la forza di morire con coraggio. In tutto ciò, prepara per il
Signore un popolo perfetto (Lc
1, 17).
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29 GIUGNO
- LODI della SolennitÁ di san
Pietro e san Paolo, Apostoli
Discorsi
82/69 per la festa degli apostoli Pietro e Paolo ; SC 200, 53
(In l' Ora
dell'Ascolto p. 2462)
Quando sarai
vecchio…, un altro ti porterà dove tu non vuoi
di San Leone Magno nel quinto secolo
In
questa città di Roma, o beato Pietro, tu non temi di venire!... Non
temi Roma, maestra del mondo, tu che nella casa di Caifa hai avuto
paura davanti alla serva del sommo sacerdote. La potenza degli
imperatori Claudio e Nerone era forse minore del giudizio di Pilato
o del furore dei giudei? Poiché la forza dell’amore superava in te i
motivi della paura, non temevi coloro che la tua missione ti
chiamava ad amare. Avevi già ricevuto questa carità intrepida quando
l’amore che avevi confessato per il Signore era stato rafforzato
dalla sua triplice domanda (Gv 21,15)...
È
vero che a infonderti forza e fiducia concorrevano tanti miracoli,
carismi e prerogative di cui eri dotato... Così, senza dubitare del
felice successo dell’opera e consapevole dei limiti della tua età,
portavi il vessillo glorioso della croce nella roccaforte
dell’impero romano. In questo tuo ingresso ti precedeva per divina
disposizione sia l’onore del potere, che la gloria della tua futura
passione.
In questa
città ti venne incontro Paolo, tuo compagno di apostolato e vaso di
elezione (At 9,19), dottore destinato in modo speciale ai pagani (1
Tm 2,7). E questi si associò a te proprio in quel tempo in cui
qualsiasi vestigio di onestà, di rispetto, di libertà andava
scomparendo sotto la tirannia di Nerone. Il furore di costui,
consumato dal fuoco di tutti i vizi, lo trascinò a tal punto di
follia, che fu il primo a perseguitare atrocemente dovunque il nome
cristiano, credendo stoltamente che la grazia di Dio potesse essere
soffocata con l’uccisione dei fedeli... Ma “preziosa agli occhi del
Signore è la morte dei suoi fedeli” (Sal 115,15) e da nessuna forza
di crudeltà potrebbe mai essere distrutta la religione fondata sul
mistero della croce di Cristo. La Chiesa non viene diminuita dalle
persecuzioni: si accresce anzi e il campo del Signore si riveste di
messe sempre più abbondante, poiché i chicchi di frumento, mentre
cadono in terra, a uno a uno, rinascono moltiplicati. Migliaia di
santi martiri imitano il trionfo di questi due apostoli... hanno
coronato questa città di un diadema unico tempestato di innumerevoli
pietre preziose.
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29 GIUGNO
- VESPRI della SolennitÁ di san
Pietro e san Paolo, Apostoli
Primo discorso
per la festa di san Pietro e san Paolo, 1, 3, 5
Io ho pregato per
te, che non venga meno la tua fede ; e tu una volta ravveduto,
conferma i tuoi fratelli
di
San Bernardo nel dodicesimo secolo
Cristo mediatore « non commise peccato e non si trovò inganno sulla
sua bocca » (1 Pt 2, 22). Come oserei avvicinarmi a lui, io che sono
peccatore, anzi grande peccatore, i cui peccati sono più numerosi
della sabbia del mare ? Egli è estremamente puro, e io estremamente
impuro… Per questo Dio mi ha dato questi apostoli, che sono uomini e
peccatori, anzi grandi peccatori, che hanno imparato dalla loro
personale esperienza quanto dovevano essere misericordiosi nei
confronti degli altri. Colpevoli di grandi colpe, concederanno alle
grandi colpe un perdono facile e con la misura con la quale è stato
misurato per loro, misureranno per noi.
L’apostolo Pietro ha commesso un grande peccato, anzi forse non ce
n’è di più grande. Ha ricevuto per questo un perdono, così pronto e
facile, tanto da non aver perso nulla del privilegio del suo
primato. E Paolo che aveva scatenato una persecuzione senza limite
contro la Chiesa appena nata è condotto alla fede dalla chiamata del
Figlio di Dio in persona ; e in cambio di tanti mali viene colmato
di beni così grandi da divenire « lo strumento eletto per portare il
nome del Signore dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele »
(At 9, 15)…
Pietro e Paolo sono i nostri maestri : hanno pienamente imparato dal
solo Maestro di tutti gli uomini i sentieri della vita, e ci
ammaestrano ancora oggi.
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